È importante ricorrere ad una perizia informatica forense, quando per esempio c’è bisogno di apportare nuove prove informatiche in tribunale. La perizia informatica forense assume sempre più un ruolo importante, anche perché è una procedura che può essere richiesta da molti soggetti. Possono richiedere questo tipo di perizia i privati, le aziende, le autorità giudiziarie, le forze dell’ordine e anche i giudici. La perizia informatica di cui stiamo parlando assume un ruolo di prim’ordine sia in ambito penale che in quello civile.
In che cosa consiste la perizia informatica
Un perito informatico forense entra in azione tutte le volte in cui c’è bisogno di svolgere un’indagine di tipo informatico per giungere all’individuazione, all’acquisizione e all’analisi di dati digitali. Questi ultimi possono essere molto utili nel senso di supporto di vari tipi di argomentazioni.
Il perito informatico di tipo forense ha il compito di svolgere in ultima analisi una relazione tecnica che può condividere con il cliente ed eventualmente con gli avvocati. A differenza di quanto possano pensare molti, secondo cui l’indagine informatica viene avviata soltanto in presenza di specifici crimini, la perizia forense di tipo informatico può essere svolta per qualsiasi evento di cui sono disponibili prove in formato digitale. Per esempio può essere importante quando c’è la necessità di acquisire dati che provengono da tabulati telefonici.
Come si esegue una perizia informatica forense
Per eseguire una perizia informatica forense bisogna essere tecnici competenti. Ma non serve soltanto la preparazione tecnica, visto che sono molto utili anche delle conoscenze giuridiche. Per questo spesso è fondamentale affidarsi ad un esperto di informatica forense che unisce questi due ambiti di conoscenze, in modo da aver prodotto un risultato più che significativo. Il consiglio è quindi di affidarsi alla perizia informatica di Bit4law che garantisce competenze massime in entrambi gli aspetti.
La perizia informatica di solito si esegue su diversi tipi di dispositivi elettronici, come computer, chiavette USB, cellulari, smartphone, tablet. Inoltre il tecnico può lavorare anche su centraline di automobili e navigatori GPS.
Per eseguire una perizia informatica forense bisogna essere esperti anche per quanto riguarda i sistemi di navigazione internet. Un perito spesso è chiamato a lavorare sui social network, su e-mail, PEC, criptovalute, filmati. E poi ci sono i nuovi sistemi cloud che possono essere utilizzati per fare degli accertamenti.
Il lavoro del perito informatico
Quindi, come abbiamo già specificato, il lavoro del perito informatico ha origine da un’unione di formazione tecnica e di formazione giuridica. Oggi rappresenta una buona opportunità di lavoro che unisce la passione per le investigazioni, l’informatica e le telecomunicazioni.
Ma che cos’è esattamente una prova digitale giuridica? Può essere intesa come un’informazione generata e trasmessa attraverso un supporto informatico o comunque trasmessa o memorizzata in un formato digitale che abbia poi valore probatorio in tribunale. Anche le informazioni audio e video da questo punto di vista possono essere considerate delle fonti di prove.
Il perito informatico ha il compito di individuare, acquisire, preservare e analizzare i dati che trova. Naturalmente deve essere capace di prevedere e di descrivere il tutto attraverso un preciso inventario delle evidenze. Molto importante è la fase dell’acquisizione, perché a questa può essere correlato un principio di criticità, in quanto il perito deve garantire che l’elemento analizzato risulti inalterabile nel tempo.
Per fare in modo che tutto si svolga correttamente, di solito il perito, quando acquisisce un’evidenza digitale, crea quella che in gergo tecnico viene chiamata bit stream image. Si tratta di una sorta di copia del dispositivo che è oggetto di indagine. A livello pratico si utilizzano diverse metodologie di carattere tecnico che si differenziano in base alla tipologia di dispositivo da acquisire. L’obiettivo finale è sempre lo stesso, ovvero avere la possibilità di leggere il contenuto del dispositivo informatico oggetto di analisi senza introdurre modifiche.